Alla gioia del trofeo londinese si accompagna il saldo conto con il fisco: la vittoria di Jannik Sinner a Wimbledon 2025 apre il dibattito sull’impatto delle aliquote britanniche e sul peso della sua scelta di vivere nel Principato di Monaco.
La vittoria di Sinner illumina il Centre Court
In una domenica carica di aspettative, Sinner ha piegato la resistenza di Carlos Alcaraz in quattro set – 4-6, 6-4, 6-4, 6-4 – regalando al pubblico del Centre Court un epilogo intriso di qualità tecnica, nervi saldi e consapevolezza. Il titolo londinese, primo in assoluto ai Championships e secondo Slam stagionale dopo gli Australian Open, consolida la stagione del ventiquattrenne altoatesino e conferma la sua maturazione agonistica in tornei di altissimo profilo. Il gradino più alto del podio, però, è solo il primo capitolo di una storia che intreccia logiche sportive e valutazioni economiche.
La ricompensa per una simile impresa non si esaurisce nel prestigioso trofeo in argento: il montepremi complessivo dei Championships è salito del 7 per cento rispetto all’edizione precedente, toccando 53,5 milioni di sterline, poco meno di 63 milioni di euro. Ai soli campioni di singolare maschile e femminile spettano oltre 3,5 milioni di euro ciascuno, cifra lievitata dell’11 per cento su base annua. Numeri che trasformano la vittoria in un vero affare finanziario ma che, al contempo, accendono i riflettori sulle pretese del fisco britannico.
Il premio record e la sua crescita
Un dato su tutti certifica l’impennata del prize money: l’ingresso nel tabellone principale valeva nel 2025 almeno 66 mila sterline, circa 77 mila euro, con un balzo del 10 per cento rispetto all’anno precedente. Ogni passaggio di turno ha garantito incrementi sostanziosi: dal secondo turno con 116 mila euro al terzo con 178 mila, per arrivare agli ottavi che mettevano in palio 281 mila euro. La progressione non è soltanto un riconoscimento sportivo; è un incentivo economico che premia la costanza nelle due settimane londinesi.
Il salto da aspirante finalista a campione è, ovviamente, il più remunerativo. L’accesso alla semifinale portava sulle tasche 908 mila euro, i quarti ne assicuravano 469 mila, mentre il biglietto per la partita decisiva valeva 1,78 milioni. Con il successo, Sinner si è assicurato la quota di 3.517.900 euro. Una progressione aritmetica che fa di Wimbledon il torneo più ricco dei quattro Slam, superando le cifre offerte da Melbourne, Parigi e New York.
Regno Unito vs Principato: la tela delle imposte
Una volta archiviate le statistiche sportive, restano i conti con l’erario. Nel Regno Unito i compensi maturati sui campi londinesi, così come i proventi di eventuali sponsor esposti durante l’evento, sono sottoposti a un’aliquota che può arrivare al 45 per cento. L’autorità fiscale trattiene innanzitutto un 20 per cento alla fonte, in attesa di calcolare il saldo finale. L’imposizione varia in base alle circostanze di ciascun atleta, ma il prelievo resta uno dei più robusti del circuito.
Secondo le stime comunemente utilizzate dagli addetti ai lavori, per il campione altoatesino e per Iga Swiatek – vincitrice del torneo femminile – l’aliquota effettiva si assesta attorno al 36,52 per cento. Su 3,5 milioni di euro lordi, il corrispettivo netto scenderebbe dunque a circa 2,5 milioni di euro. È proprio qui che entra in gioco la scelta di residenza: vivere nel Principato di Monaco consente a Sinner di evitare ulteriori tassazioni, un vantaggio che modifica sensibilmente il suo rendimento economico effettivo.
Le differenze tra i campioni e il peso della residenza
Mentre Sinner potrà godere dell’esenzione monegasca sull’imposta sul reddito, la collega polacca dovrà versare un’ulteriore trattenuta del 4 per cento al fisco di Varsavia, pari a circa 162 mila euro. Il confronto mette in luce come le scelte anagrafiche e fiscali influenzino in modo determinante la ricchezza finale degli atleti, andando oltre i meriti strettamente sportivi.
Il caso londinese offre dunque uno spaccato significativo: le stesse cifre guadagnate sul rettangolo verde possono assumere volti molto diversi dopo il passaggio allo sportello delle imposte. In sostanza, la vittoria a Wimbledon vale per tutti 3,5 milioni lordi; ma il saldo finale – tra aliquote, ritenute e regimi speciali – segue percorsi eterogenei. Per il tennista italiano la residenza nel Principato si traduce in un netto superiore, autentico scudo che preserva l’entità del premio e conferma l’importanza di scelte strategiche fuori dal campo.