La stretta finale dell’Offerta pubblica di scambio lanciata da Bper su Banca Popolare di Sondrio si gioca in queste ore decisive, accompagnata dalle parole del numero uno di Bper, Gianni Franco Papa, che vede nell’unione un salto di qualità per entrambe le realtà e per i territori serviti.
Una fusione che guarda lontano
Il progetto di integrazione fra Bper e Banca Popolare di Sondrio nasce con l’ambizione di costruire un gruppo capace di superare i due mila sportelli, radicato soprattutto nel Nord Italia e al tempo stesso dotato di spalle sufficientemente larghe per competere sul piano nazionale. La logica di fondo è semplice: unire le forze per accrescere la solidità patrimoniale, ampliare la gamma dei servizi e irrobustire la capacità di investimento a beneficio di famiglie, imprese e comunità. Secondo Papa, l’operazione non punta al ridimensionamento, bensì a una crescita equilibrata che salvaguardi i valori di prossimità e la relazione diretta con il cliente, tradizionalmente cara a entrambe le banche.
L’asse che si sta formando prevede inoltre l’apertura di una nuova e forte direzione territoriale a Sondrio, destinata a presidiare in modo ancora più capillare le province alpine e le valli limitrofe. Il territorio non verrà “colonizzato” ma accompagnato, con l’obiettivo dichiarato di diventare il partner finanziario di riferimento per la crescita locale. Il progetto industriale, in questo senso, mira a combinare competenze complementari: l’esperienza di Bper nella banca commerciale e l’eccellenza di Popolare di Sondrio nel corporate banking, così da offrire un ventaglio completo di soluzioni su misura per ogni segmento di clientela.
Le soglie di adesione e l’esito atteso
Il termine ultimo per aderire all’Offerta pubblica di scambio scade venerdì e la soglia minima fissata è pari al 50% più un’azione, pur lasciando aperta la possibilità di ritenere soddisfacente anche un traguardo del 35% più una quota. Gianni Franco Papa si dice certo che il traguardo supererà la metà del capitale: «Confidiamo di andare oltre il 50%, un risultato che darebbe massima legittimazione al progetto». L’operazione, precisa il manager, ha valore strategico, industriale e finanziario, perché consentirà di liberare sinergie, rafforzare i coefficienti patrimoniali e mettere a sistema le eccellenze delle due realtà.
Il Consiglio di amministrazione di Popolare di Sondrio ha preso atto del miglioramento dell’offerta, riconoscendone i benefici economici pur mantenendo, in parte, un atteggiamento prudenziale. Papa risponde che il rilancio è stato pensato proprio per massimizzare il consenso: dal momento in cui gli azionisti di Sondrio hanno potuto valutare un corrispettivo più vantaggioso, l’asticella delle adesioni – osserva l’amministratore delegato – ha iniziato a salire con decisione. L’auspicio è di chiudere la partita con un sì ampio, così da imboccare una strada comune fin da subito condivisa.
Radici comuni e identità territoriali
Entrambi gli istituti affondano le proprie origini nella tradizione delle banche «popolari», votate a sostenere lo sviluppo economico delle zone in cui operano. Bper nasce a Modena nel 1867, Popolare di Sondrio nel 1871: due storie parallele intrecciate da valori simili, come la centralità del cliente e l’attenzione alla piccola e media impresa. Non è un caso, ricorda Papa, che i due consigli di amministrazione condividano la stessa idea di vicinanza al territorio. Mettendo insieme questi percorsi, la nuova realtà potrà far leva su competenze complementari, evitando di perdere quel capitale di reputazione che deriva dal radicamento secolare nelle province servite.
Proprio per salvaguardare tale patrimonio, il marchio Banca Popolare di Sondrio resterà nelle aree storiche dove è sinonimo di identità locale. Bper non ha alcuna intenzione di smantellare presìdi o di generare “desertificazione bancaria”: verrà mantenuta la rete di sportelli, con decisioni prese in loco grazie alla nuova direzione territoriale valtellinese. Il progetto contempla pure un impegno specifico per lo sviluppo dell’economia della Valtellina, con più risorse destinate a famiglie, imprese e iniziative strategiche legate al tessuto imprenditoriale alpino.
Occupazione, filiali e capitale umano
La storia recente di Bper mostra una costante tutela dei livelli occupazionali nelle operazioni di aggregazione completate negli ultimi anni. Papa ricorda che circa il 40% degli attuali top e senior manager del gruppo proviene da banche integrate in passato, segno di una concreta volontà di valorizzare i talenti intercettati lungo il percorso. Per i dipendenti di Popolare di Sondrio si apriranno percorsi di crescita immediatamente tangibili: accesso alla Bper Academy, programmi di sviluppo professionale avanzati e la possibilità di intraprendere carriere manageriali in un gruppo più grande e strutturato.
Sul fronte della rete fisica, l’Autorità Antitrust ha richiesto la cessione di sole sei filiali: un numero esiguo rispetto alla dimensione complessiva del nuovo gruppo. È possibile che, come avvenuto in operazioni precedenti, alcuni sportelli vengano accorpati, ma sempre con il trasferimento dei dipendenti e della clientela verso strutture vicine, senza impatto occupazionale. L’obiettivo dichiarato è aumentare l’efficienza, non sguarnire il territorio. Gli strumenti adottati finora – esodi volontari, riqualificazioni, riassegnazioni di ruolo – continueranno a essere la via maestra per gestire eventuali ridondanze, nel pieno rispetto del dialogo con le parti sociali.
Credito e investimenti al servizio dell’economia locale
Uno dei timori sollevati da alcune realtà imprenditoriali riguarda un possibile irrigidimento del credito alle micro e piccole imprese. Papa replica con dati alla mano: nel 2024 Bper ha erogato in Lombardia 4,3 miliardi di euro, di cui 2,9 miliardi destinati alle aziende e 1,4 miliardi ai privati. Nel primo trimestre del 2025, a livello nazionale, i finanziamenti nuovi hanno superato i 4,4 miliardi, oltre metà dei quali a sostegno di progetti imprenditoriali. Questi numeri, sottolinea il manager, dimostrano che la strategia del gruppo non è stringere i cordoni della borsa, bensì accompagnare la crescita degli operatori economici.
La filosofia rimarrà la stessa anche dopo l’integrazione: mantenere il rapporto personale con gli imprenditori, valutare i dossier creditizi alla luce della storia aziendale e non di meri algoritmi, garantire risposte rapide grazie a processi decisionali che restano ancorati ai territori. Bper intende rafforzare il proprio ruolo di cerniera fra risparmio, mercato dei capitali e bisogni reali delle imprese, mettendo sul piatto nuove risorse per l’innovazione, la transizione energetica e le filiere strategiche locali. In questo modo – osserva Papa – sarà possibile sostenere in modo ancora più incisivo la competitività del tessuto produttivo valtellinese e lombardo.
Efficienza operativa e innovazione tecnologica
Alcuni osservatori fanno notare come il Cost Income di Popolare di Sondrio (39% nel 2024) sia più favorevole rispetto a quello di Bper (54% nello stesso periodo). Per l’amministratore delegato, tale differenza non rappresenta un ostacolo ma un’opportunità: «Metteremo a fattor comune le best practice di ciascuno, arrivando a un modello ancora più snello ed efficace». A supporto di questa visione c’è un Cet1 ratio di Bper pari al 15,8% e una generazione di capitale di 540 milioni nel primo trimestre 2025, risorse che consentono di accelerare su investimenti in tecnologia, digitalizzazione e cybersecurity.
La banca modenese può inoltre offrire alla consorella valtellinese piattaforme evolute di gestione patrimoniale, protezione assicurativa e pagamento digitale, arricchite da personale formato ad hoc. L’Bper Academy rappresenta un perno di questo disegno: ogni anno centinaia di dipendenti partecipano a percorsi di riqualificazione e aggiornamento professionale, elementi ritenuti indispensabili per coniugare efficienza operativa e qualità del servizio. La sfida dell’innovazione, sottolinea Papa, non si vince solo con i software ma con le persone: investire in competenze, motivazione e responsabilità diffusa è la chiave per far fruttare la tecnologia.
Il contesto del consolidamento bancario italiano
Il processo di concentrazione del sistema creditizio è stato definito da alcuni protagonisti una sorta di “far west” competitivo. Papa preferisce parlare di evoluzione naturale: «In un Paese che vanta la seconda manifattura d’Europa, servono istituti di dimensione adeguata, ben capitalizzati e pronti a sostenere i cicli economici». Secondo il numero uno di Bper, il consolidamento è inevitabile perché l’industria bancaria deve affrontare rigidi requisiti regolamentari e ingenti investimenti in tecnologia, altrimenti insostenibili per realtà troppo piccole.
In questo quadro, l’operazione con Popolare di Sondrio viene presentata come un tassello che unisce valore industriale e rafforzamento patrimoniale. Un gruppo più grande potrà fare leva su economie di scala, migliorare la capacità di attrarre capitali e al tempo stesso rimanere vicino al territorio grazie a una governance che mantiene vivo il “dna popolare”. L’idea finale – conclude Papa – è costruire una banca dal volto umano ma con la muscolatura dei grandi player, così da rendere l’Italia più resiliente di fronte a turbolenze macroeconomiche e geopolitiche.