Un’ondata di calore senza precedenti spinge la colonnina di mercurio verso i 40 °C, mentre alle porte si profila un fronte instabile pronto a stravolgere lo scenario. Nell’arco di poche ore passeremo dall’afa opprimente a temporali violenti con grandine, un contrasto che metterà alla prova territori e persone da Nord a Sud.
I temporali del fine settimana: una sterzata brusca al dominio del caldo
La parentesi di immobilismo atmosferico sta per cedere il passo a un colpo di scena: tra sabato e le primissime ore di domenica, un fronte temporalesco in arrivo dal Nord Europa scivolerà lungo l’arco alpino, sospinto da una circolazione ciclonica centrata fra Isole Britanniche e Scandinavia. L’impatto fra l’aria più fresca e instabile e la campana di calore costruita dall’anticiclone subtropicale in quota darà origine, quasi senza preavviso, a imponenti celle temporalesche. Nubifragi improvvisi, raffiche di vento e grandine di medio calibro potranno colpire la Pianura Padana, i rilievi e le aree limitrofe, spingendosi localmente verso le pianure interne del Nord-Est.
Il passaggio perturbato non interesserà in modo uniforme la penisola. Al Nord la colonnina scenderà sensibilmente, regalando un refrigerio tanto atteso dopo giorni di afa; più a Sud, invece, l’alta pressione continuerà a dominare. Chi si troverà sulle coste tirreniche o sulle isole vedrà ancora cieli tersi e temperature elevate, mentre nell’entroterra padano il termometro potrà perdere sino a otto gradi in poche ore. Il contrasto termico, fulcro di questa fase, disegna un’Italia divisa tra temporali fragorosi e sole cocente, situazione che richiederà attenzione soprattutto per viabilità, attività all’aperto e colture in campo.
Prima della svolta: le ultime 48 ore di caldo estremo
Prima che l’instabilità prenda il sopravvento, giovedì 3 e venerdì 4 luglio rappresenteranno l’apice dell’ondata rovente. Le masse d’aria subtropicali manterranno le città in un abbraccio torrido, con valori massimi che supereranno agevolmente i 37-38 °C su gran parte delle pianure settentrionali e del Centro, toccando punte di 40-41 °C nelle zone interne di Sardegna e Sicilia. Firenze e Roma, storicamente sensibili alle fiammate africane, potrebbero sfiorare i 39 °C. La sensazione di calore sarà accentuata dall’umidità stagnante, limitando il ristoro persino nelle ore notturne.
Le deboli precipitazioni convettive che hanno punteggiato le montagne del Nord nei giorni scorsi non hanno inciso minimamente sul bilancio termico; al contrario, hanno sottolineato quanto l’atmosfera sia carica di energia potenziale. Le pianure, assediate da un cielo lattiginoso e opaco, hanno visto dissolversi all’orizzonte ogni speranza di refrigerio. La siccità temporanea dei suoli, unita alle temperature record, sta spingendo agricoltori e servizi pubblici a misure di contenimento del consumo idrico, mentre il disagio fisico per anziani e bambini raggiunge livelli critici, specie nei centri urbani congestionati dal traffico.
Zero termico sopra quota 4500: quando l’estate morde i ghiacciai
Lo spostamento della isoterma dello zero a quote superiori ai 4500 metri costituisce forse l’aspetto più inquietante di questa fase. Nei quartieri d’alta quota delle Alpi, il caldo anomalo scioglie neve residua e ghiaccio perenne con un’intensità che somiglia a quella di piena estate tropicale. Rifugi e stazioni di ricerca segnalano colate d’acqua lungo i versanti, fenomeno che, in abbinata al riscaldamento degli strati superficiali del suolo, aumenta il rischio di frane e destabilizzazione dei pendii rocciosi.
Ogni metro di arretramento glaciale non è soltanto una questione di paesaggio; significa perdita di riserve idriche, modifica degli equilibri idrogeologici e impatto diretto su ecosistemi montani già stressati. Escursionisti e guide alpine sono invitate alla massima prudenza: ponti di neve e seracchi appaiono fragili, i crepacci si aprono senza preavviso e gli itinerari tradizionali possono cambiare da un giorno all’altro. Una situazione che offre l’ennesima conferma di come episodi estremi e ravvicinati di caldo accelerino processi di fusione normalmente molto più lenti.
Il quadro giorno per giorno: cosa attende le diverse regioni
La giornata di giovedì si presenterà stabile pressoché ovunque, con sole pieno e picchi termici notevoli; solo sulle cime alpine e sull’Appennino potranno formarsi modeste celle di calore pomeridiane, pronte a scaricare rovesci brevi ma intensi. Venerdì replicherà lo stesso copione: afa nelle grandi città, caldo opprimente nelle isole e qualche rovescio in quota, insufficiente tuttavia a scalfire il dominio anticiclonico. Sugli arenili del Centro-Sud, l’indice UV finirà alle stelle, rendendo indispensabili protezione e idratazione costante.
Con l’avvicinarsi di sabato, il barometro inizierà a cambiare volto sulla Pianura Padana, teatro delle prime infiltrazioni fresche. Nel pomeriggio-sera sono attesi temporali organizzati che, spingendosi dalle Alpi verso le pianure, potranno rivelarsi vigorosi e accompagnati da grandinate. Nelle stesse ore il Centro e il Sud continueranno a vivere un contesto più stabile, seppure con qualche scroscio lungo l’Appennino centrale. L’inizio della prossima settimana dovrebbe proseguire su questa linea di contrasto: temperature in calo al Nord, valori ancora estivi e cielo in prevalenza sereno sulle regioni meridionali.