Manca ormai poco all’inizio del Magna Graecia Film Festival 2025 e l’annuncio dell’arrivo di Marco Giallini, destinato a ricevere la Colonna d’Oro, accende l’attesa a Soverato, dove dal 26 luglio al 2 agosto la kermesse ideata dai fratelli Casadonte celebrerà le opere prime e chi le realizza.
Il Magna Graecia Film Festival 2025: missione e novità
Fin dalla sua nascita il Magna Graecia Film Festival ha intrecciato l’attenzione per le opere prime con l’intento di offrire una vetrina a registi e interpreti emergenti, e l’edizione 2025 lo ribadisce con un calendario fitto di proiezioni e incontri. Dopo l’annuncio della Ambassador Denise Capezza e dell’assegnazione delle Colonne d’Oro alla carriera a Margherita Buy e Toni Servillo, le sorprese non si sono fermate: le sezioni competitive, curate da Antonio Capellupo per i titoli italiani e da Silvia Bizio per le pellicole internazionali, proporranno anteprime, dibattiti pubblici e masterclass pensate per favorire quello scambio intergenerazionale di idee che costituisce la linfa stessa della manifestazione. A impreziosire ulteriormente il programma si aggiunge quest’anno una sezione interamente dedicata ai cortometraggi d’esordio, guidata da Jacopo Curcio e Luca Capacchione, nata in sinergia con il Picentia Short Festival di Battipaglia.
La struttura organizzativa, diretta da Gianvito Casadonte, può contare sul sostegno di Ministero della Cultura, Regione Calabria attraverso il marchio Calabria Straordinaria, Calabria Film Commission e Comune di Soverato, partnership che consente di trasformare la cittadina ionica in un centro nevralgico per il cinema d’autore durante gli otto giorni di svolgimento. L’arena all’aperto di Soverato diventerà il cuore pulsante di presentazioni, talk e premiazioni, offrendo al pubblico la possibilità di avvicinarsi ai protagonisti e di assistere a proiezioni sotto le stelle. Tutte le Colonne d’Oro, simbolo del festival, sono realizzate artigianalmente dal Brand GB Spadafora, la cui firma conferisce ai riconoscimenti un valore identitario e territoriale che si somma al prestigio artistico.
L’approdo di Marco Giallini a Soverato
Tra gli ospiti più attesi spicca Marco Giallini, la cui presenza incarna alla perfezione lo spirito del festival: coniugare esperienza consolidata e sguardo rivolto alle nuove generazioni. L’attore romano salirà sul palco per ricevere la Colonna d’Oro e per dialogare con il giornalista e documentarista Fabrizio Corallo in un incontro che si preannuncia denso di aneddoti e riflessioni sul mestiere. La conversazione sarà l’occasione per indagare l’equilibrio fra popolarità e artigianato recitativo, offrendo agli aspiranti cineasti presenti in platea un’inedita lezione a cielo aperto.
Giallini, celebre per la sua naturale attitudine antidiva e per quella ruvida ironia che lo rende immediatamente riconoscibile, incontrerà una platea che ne segue da tempo le gesta televisive e cinematografiche. La sua apparizione a Soverato promette di arricchire il festival non solo con la cerimonia di consegna del premio, ma anche con la forza di un racconto in prima persona su come si possa costruire una carriera robusta restando fedeli alla propria indole. L’empatia spontanea che lo lega al pubblico contribuirà a trasformare la serata in un momento di rara autenticità.
Una carriera tra palco, set e musica
Nato e cresciuto a Roma, Marco Giallini scopre il teatro durante l’adolescenza e decide di perfezionarsi presso la scuola La Scaletta, dove affina quella presenza scenica che ancora oggi contraddistingue i suoi personaggi. In parallelo coltiva la passione per il rock, suonando nella cover band dei Joy Division denominata Sandy Banana & The Monitors, un’esperienza che gli insegna il senso del ritmo e l’energia dell’esibizione dal vivo. Sul palcoscenico lavora al fianco di maestri come Arnaldo Foà, Ennio Coltorti e Adriano Vianello, forgiando un bagaglio tecnico che diverrà imprescindibile quando verrà chiamato a confrontarsi con il grande schermo.
È il 1998 quando il regista Marco Risi gli propone di partecipare a L’Ultimo capodanno, offrendogli il ruolo del marito di Monica Bellucci; da quel momento l’attore inizia a frequentare con continuità set e produzioni televisive. La popolarità esplode con la serie Romanzo Criminale e trova ulteriore consacrazione in film quali ACAB – All Cops Are Bastards, Posti in piedi in paradiso, Perfetti Sconosciuti e Follemente. Il volto burbero e la sensibilità fuori campo emergono poi nel protagonista di Rocco Schiavone, che giunge alla sesta stagione su Rai, consacrandolo nel vissuto quotidiano degli italiani. Sei candidature ai David di Donatello e tre Nastri d’Argento testimoniano un percorso costellato di riconoscimenti, vissuto sempre con la discrezione di chi sceglie di abitare un borgo alle porte della Capitale, lontano dai riflettori indiscreti.