Il cuore pulsante della ricerca virologica italiana assume un ruolo di primo piano nel panorama europeo, fornendo competenze e infrastrutture avanzate per arginare la minaccia dei virus zoonotici e veicolati da roditori, in un’ottica di prevenzione e risposta rapida alle emergenze di sanità pubblica.
Designazione europea e mandato strategico
La Commissione Europea ha conferito al Laboratorio di Virologia dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani la qualifica di “Laboratorio di riferimento dell’Unione” nell’ambito del nuovo consorzio Ue Reference Laboratory for Emerging, Rodent-borne and Zoonotic Viral Pathogens. L’istituto romano opera in sinergia con la Public Health Agency of Sweden, l’Institut Pasteur e il National Center for Public Health and Pharmacy ungherese, delineando una rete scientifica che copre l’intero continente e garantisce standard elevati di diagnosi, sorveglianza e contenimento dei patogeni ad alta patogenicità.
Il mandato ricevuto impone allo Spallanzani di sostenere i laboratori nazionali nella vigilanza attiva sui virus emergenti. Tra le priorità vi sono arenavirus, filovirus, hantavirus, henipavirus, lyssavirus e poxvirus, oltre alla cosiddetta “malattia X”, termine che designa un patogeno potenzialmente pandemico ancora sconosciuto. L’obiettivo è costruire un sistema europeo in grado di intercettare tempestivamente eventuali focolai, fornendo indicazioni diagnostiche uniformi e strumenti di risposta rapida.
Collaborazioni internazionali e prime tappe operative
La responsabilità scientifica per l’Italia è affidata a Francesca Colavita, che ha preso parte alla sessione inaugurale del consorzio tenutasi a Parigi presso l’Institut Pasteur. In tale sede sono state fissate le linee guida per l’avvio dei programmi di ricerca congiunti, definendo modalità di scambio dei campioni, criteri di qualità dei test molecolari e strategie comuni di formazione del personale specializzato nei diversi Stati membri.
Pochi giorni dopo, la delegazione del laboratorio romano ha partecipato al primo incontro della rete dei Laboratori di Riferimento dell’Unione Europea, organizzato a Lussemburgo dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) insieme alla Direzione Generale per la Salute e la Sicurezza Alimentare. L’incontro ha rappresentato un momento cruciale per armonizzare le procedure di segnalazione e per potenziare i canali di comunicazione tra i laboratori, garantendo un flusso dati rapido e accurato in caso di crisi sanitarie.
Impatto sul sistema sanitario e commenti istituzionali
Sottolineando la portata del nuovo incarico, Francesca Colavita ha dichiarato che il laboratorio romano fornirà assistenza scientifica e tecnica sia alla Commissione Europea sia all’Ecdc, curando il coordinamento con le strutture nazionali. «Il nostro compito – ha spiegato – è supportare la diagnosi e la sorveglianza dei patogeni emergenti, rafforzando la capacità di risposta dell’Europa a eventuali epidemie di virus altamente patogeni: un impegno che ci onora e ci responsabilizza».
Il direttore del Laboratorio di Virologia, Fabrizio Maggi, ha rimarcato che la nomina «certifica il lavoro svolto in anni di studio sui virus ad alta patogenicità» e attesta la professionalità del personale tecnico e scientifico. Sulla stessa linea, la direttrice generale dell’INMI, Cristina Matranga, ha evidenziato come le infrastrutture di avanguardia e l’esperienza dei ricercatori costituiscano «una base ideale per guidare gli sforzi congiunti dell’Unione», assicurando un contributo concreto alla tutela della salute pubblica.
Prospettive future per la salute pubblica europea
Nei prossimi mesi lo Spallanzani coordinerà programmi di formazione specialistica rivolti ai laboratori nazionali, elaborerà protocolli diagnostici condivisi e implementerà esercitazioni di risposta rapida. La creazione di banche dati integrate permetterà di monitorare costantemente la diffusione di agenti virali, fornendo alle autorità sanitarie indicazioni tempestive per l’adozione di misure di contenimento e vaccinazione, qualora disponibili.
Il riconoscimento europeo, oltre a valorizzare l’eccellenza scientifica italiana, rafforza la posizione dell’Unione nel panorama internazionale della biosicurezza. L’esperienza accumulata dallo Spallanzani durante recenti emergenze – dalle infezioni da filovirus alle minacce di malattia X – sarà determinante per costruire un sistema di allerta che risponda in modo coordinato, efficiente e trasparente, garantendo protezione alla popolazione e supporto continuativo alle politiche sanitarie globali.