Uno sguardo, un cenno d’intesa e un colpo di ddakji: così il gran finale di Squid Game 3, rilasciato su Netflix il 27 giugno 2025, ha regalato agli spettatori l’ingresso fulmineo di Cate Blanchett, due volte premio Oscar, aprendo scenari inaspettati per il futuro sanguinoso del gioco.
Un epilogo hollywoodiano che sposta il baricentro del massacro
L’immagine del Front Man che sfreccia fra i grattacieli di Los Angeles, lontano dalle tetre infrastrutture coreane, rompe fin dal primo fotogramma la geografia nota agli appassionati. La sua auto si arresta a un semaforo, e quel suono secco di due tessere che collidono – il temuto ddakji – fa vibrare l’aria californiana con la stessa ferocia che abbiamo conosciuto a Seul. Quando l’uomo in maschera abbassa il finestrino, il pubblico assiste a un gioco di sguardi che vale più di mille dialoghi: Blanchett, in un impeccabile tailleur scuro, sta piegando all’ennesima disperata la volontà di un potenziale concorrente. È un istante sospeso, quasi ipnotico, dove il sorriso leggerissimo dell’attrice suggerisce potere, crudeltà e seduzione in parti uguali.
Chi segue la serie sin dalle origini ha colto subito ciò che quel cenno d’assenso reciproco promette: l’élite che orchestra l’inferno non intende fermarsi alla penisola coreana. Perché limitarsi, dopotutto, quando l’intero pianeta sembra pronto a vendere la propria vita per una seconda possibilità? La scrittura visiva di Hwang Dong-hyuk allude senza troppi veli a un’espansione globale del carnage, con Blanchett elettrizzante incarnazione dell’occidente ricco e abituato a spingere i tasti del cinismo. Lo sguardo dell’attrice, duro come i vetri dei grattacieli circostanti, sembra sancire l’avvio di una nuova, inquietante stagione di reclutamenti.
Dal colpo di stato fallito di Seong Gi-Hun alla minaccia planetaria
Nel corso dei sei episodi, il pubblico ha seguito il ritorno di Seong Gi-Hun – il giocatore 456 interpretato da Lee Jung-jae – mentre tenta disperatamente di sabotare il meccanismo omicida che lo ha marchiato a vita. Al termine della seconda stagione lo avevamo lasciato a fomentare una ribellione; ora lo ritroviamo a raccogliere alleati, a escogitare un vero colpo di stato dall’interno. Ma l’ingranaggio si rivela più saldo delle sue speranze: gerarchie, denaro e terrore schiacciano ogni resistenza, culminando in un finale che porta la sua sconfitta al centro della narrazione. Quanti altri tentativi saranno necessari prima che qualcuno spezzi davvero il cerchio?
La breve apparizione di Blanchett arriva proprio a rimarcare questo fallimento. Se il protagonista non è riuscito a chiudere la partita in patria, ecco che un nuovo volto – femminile, carismatico, occidentale – prende il testimone per allargare la portata della crudeltà. Il messaggio è lampante: gli organizzatori non hanno confini, e la tragedia si prepara a migrare verso mercati ancora più grandi. Non è forse questa la più spietata delle vittorie, quando l’orrore trova nuovi pubblici pronti a pagare il biglietto con la propria vita?
Social in ebollizione: entusiasmo, shock e ironia dei fan
La rete non ha atteso oltre: nell’istante in cui i titoli di coda sono comparsi, X – l’ex Twitter – si è riempito di commenti che oscillano fra lo stordimento e la lode incondizionata. “WDYM CATE BLANCHETT È IN SQUID GAME 3?!” digita un utente attonito, raccogliendo migliaia di like. Altri, più pungenti, definiscono l’apparizione “l’unica cosa buona di questa stagione”, generando un vivace dibattito sull’evoluzione del racconto. Vi siete sorpresi anche voi o l’avvento della star vi è sembrato l’unico epilogo possibile?
L’effetto virale è stato amplificato da clip di pochi secondi, meme in cui la statura di Blanchett viene paragonata a quella di altre reclutatrici celebri del cinema, e thread che analizzano ogni singolo frame della sua scena. I fan più affezionati azzardano teorie: sarà lei l’antagonista principale di un futuro spin-off? Il gioco approderà davvero nelle metropoli del mondo? Domande che tengono viva la discussione e, al contempo, sottolineano quanto il cameo sia riuscito nell’intento di stuzzicare l’immaginazione collettiva.
La scelta di Cate Blanchett secondo Hwang Dong-hyuk
Interrogato sulla decisione di puntare su una diva dal carisma consolidato, il regista Hwang Dong-hyuk non ha esitato: “Blanchett è la migliore, domina lo schermo con due parole”, ha dichiarato, aggiungendo di aver cercato un volto capace di incarnare il fascino oscuro di una reclutatrice occidentale. Se Gong Yoo aveva personificato il reclutamento coreano, serviva ora un contraltare internazionale, qualcuno che potesse far intendere in un lampo la portata economica e culturale della nuova fase del gioco.
Il cineasta ha poi svelato un curioso retroscena: sul set, la due volte premio Oscar avrebbe imparato il meccanismo del ddakji in una manciata di tentativi, conquistando troupe e comparse con la sua precisione. “Vederla far volare il quadratino di carta con tanta disinvoltura mi ha ricordato cosa significa talento puro”, ha confidato Hwang. Un elogio che, rivisto alla luce della scena conclusiva, appare più che meritato: poche inquadrature, pochissime battute, eppure un’energia sufficiente a ridefinire le coordinate future della saga.
Uno sguardo al domani: dove ci porterà la nuova reclutatrice?
Ora resta un interrogativo sospeso: quali strade aprirà la presenza di Cate Blanchett nell’universo di Squid Game? L’ipotesi di una quarta stagione o di uno spin-off ambientato negli Stati Uniti aleggia fra gli spettatori, supportata dall’ambientazione losangelina e dalla chiara volontà di internazionalizzare il torneo mortale. La posta in gioco, dunque, non è più soltanto il destino dei concorrenti, ma la capacità della serie di rinnovarsi senza snaturarsi: saremo ancora disposti a guardare, e magari a tifare, quando la crudeltà si consumerà sotto casa nostra?
La conclusione aperta, rinvigorita da un cameo di tale peso, conferma l’abilità degli autori nel dosare sorpresa e tensione. Le tessere di ddakji cadono, il motore dell’auto riparte e la notte californiana inghiotte il Front Man. Per i fan, l’attesa di ulteriori annunci inizia ora: chi si farà avanti, pronto a giocare ancora, pur di strappare un’altra occasione di vita?