Non lo so voi, ma noi per l’ispettore Adam Dalgliesh ci abbiamo perso qualche notte di sonno. Non so nemmeno dire cosa fosse, forse quello sguardo un po’ triste, quell’aria da poeta mancato che, diciamolo, sembra sempre lì per lì per tirare fuori una verità pazzesca dalla tasca del cappotto. Beh, ci ha preso un po’ tutti, inutile nasconderlo. Ecco, adesso finalmente posso dirvi questa cosa che noi, sinceramente, aspettavamo da un bel po’: la terza stagione de “L’ispettore Dalgliesh” è qui. Davvero. È tornata. Si vedrà di nuovo su Giallo e dicono che in Inghilterra abbia già stravolto tutto. Ora tocca a noi, tocca a voi, insomma, buttiamoci dentro a queste nuove storie che, come al solito, mischiano crimine e poesia, introspezione, tormenti, tutto quello che volete. Pronti? Noi già lo siamo.
Un nuovo capitolo (davvero) in arrivo
Perché “nuovo capitolo”? Beh, sinceramente perché noi lo aspettavamo tipo da sempre, ma non arrivava mai. E invece stavolta è vero, è proprio qui. Si sono messi lì a Belfast, al freddo (immaginiamo) il 7 gennaio scorso e l’hanno girata tutta entro l’estate, di corsa, col fiato sul collo perché doveva uscire, perché non ce la facevamo più ad aspettare. A dicembre l’hanno vista gli inglesi, quelli di Channel 5 e gli americani su Acorn TV. E noi niente, ad aspettare ancora. Ma ora ci siamo davvero, è il nostro turno, arriva in Italia e ci casca addosso così, di colpo e non vedevamo l’ora.
Dal 18 marzo, infatti, Giallo ci porta di nuovo nell’Inghilterra degli anni Settanta (ogni martedì, alle 21:10, fino all’8 aprile), facendoci ritrovare l’ispettore Dalgliesh alle prese con i casi più intricati. Se avete voglia di rivederlo all’opera, segnatevi la data e non fatevi sfuggire neanche un episodio.
Perché questa serie ci conquista ogni volta
C’è qualcosa in Adam Dalgliesh e non saprei nemmeno dire esattamente cosa. Forse è quel modo di guardare che ti entra sotto pelle, come se capisse ogni cosa prima ancora che tu abbia aperto bocca. Oppure è il fatto che non sembri nemmeno davvero un investigatore, con quella sua aria un po’ malinconica, da tipo che la vita gli ha fatto uno scherzo brutto. Uno che porta dentro un dolore che non se ne va.
Lui, insomma, è uno di quelli che i demoni li conosce bene, ci parla quasi. E poi c’è tutta questa poesia. Poesia dentro i casi, poesia nel modo in cui legge le persone, poesia anche nei silenzi. Ed è questo mix che ti strappa via, ti prende a pugni il cuore e ti lascia lì, a cercare di capire qualcosa in più anche di te stesso. Perché in fondo Dalgliesh non ti racconta solo crimini o assassini, ma ti svela che dentro ciascuno, anche il più normale, c’è un pezzetto di buio, qualcosa che non dici a nessuno. Qualcosa che a volte ti fa paura.
Dove eravamo rimasti con la seconda stagione
Non vogliamo rovinare sorprese a chi ancora non ha visto tutto, ma ricordate l’arresto di Muriel per gli omicidi? Proprio quello è stato il culmine che ha scosso i personaggi e noi spettatori. E poi la promozione offerta ad Adam, ormai deciso a diventare comandante. Un cambiamento che ha portato con sé la certezza di un salto professionale anche per Kate Miskin (Carlyss Peer), ora pronta a vestire i panni dell’ispettora. Se questo non bastasse, Dalgliesh ha pure lasciato da parte la sua fama poetica, rinunciando a un premio prestigioso. Eccoci quindi a inizio di un nuovo viaggio, con relazioni più evolute e dinamiche di potere ancora da scoprire.
Sei episodi tra poesia e crimine
Il terzo ciclo si compone di sei episodi inediti, che promettono di tenerci col fiato sospeso. Tra gli sceneggiatori troviamo ancora Helen Edmundson, già nota per la sua capacità di adattare storie dalla forte tensione emotiva, affiancata in passato da Stewart Harcourt. Questa volta, dietro la macchina da presa, si avvicendano nomi che abbiamo incontrato anche in altre produzioni di successo, come Geoffrey Sax e Jon Wright. Una squadra che, unendo le forze, non ha intenzione di farci dormire sonni tranquilli.
Cast e sinergie dietro le quinte
Oltre a Bertie Carvel e Carlyss Peer, rivediamo Alistair Brammer nel ruolo del sergente Daniel Tarrant, subentrato nella seconda stagione per sostituire Charles Masterson. La produzione è curata da New Pictures per Acorn TV e Channel 5, in associazione con All3media International. Northern Ireland Screen ha contribuito con il proprio sostegno finanziario, consolidando Belfast come fulcro creativo di tante serie britanniche di successo. E non manca la presenza di grandi produttori esecutivi come Elaine Pyke, Willow Grylls, Emily Russell e la stessa Edmundson.
Come seguire la nuova stagione in Italia e in streaming
Le investigazioni poetiche dell’ispettore Dalgliesh si possono seguire in diretta su Giallo, ma c’è di più: se preferite l’on-demand, tutti gli episodi saranno disponibili su discovery+ in contemporanea con la messa in onda televisiva. Negli Stati Uniti, invece, tocca ad Acorn TV trasmettere la serie. Un’ottima opportunità per chi vuole scegliere quando (e dove) gustarsi ogni singolo dettaglio delle indagini.
Siamo convinti che questa terza stagione darà un nuovo impulso a una serie già amatissima. Certe volte ci si chiede: sarà mai possibile amalgamare poesia e crimine con tale naturalezza? Pare che “L’ispettore Dalgliesh” riesca in questo, stagione dopo stagione, senza mai deluderci. Non resta che trovare un divano comodo e sintonizzarsi: scoprirete se le parole in rima di Dalgliesh riusciranno a svelare i meandri più oscuri dell’animo umano anche questa volta. E magari, chissà, ci sentiremo tutti un po’ più poeti di fronte a un caso irrisolto.