Il destino di Martina sembra essersi tramutato in un incubo senza fine. Chiusa in un manicomio con metodi brutali, la giovane vive ogni giorno come una trappola da cui è difficile fuggire. I suoi tentativi di resistere vengono messi a dura prova dal personale crudele, lasciandole addosso segni fisici e psicologici.
L’unica luce in questa prigione di sofferenza porta il nome di Juana. È lei a incoraggiare Martina a lottare, e soprattutto a spingerla a scrivere una lettera destinata a Curro: un messaggio che possa forse giungere alle orecchie giuste. Per farlo, Martina si serve di un braccialetto prezioso, dono dello stesso Curro, corrompendo un guardiano all’uscita del sanatorio. Un gesto estremo che racchiude una disperazione profonda ma anche la voglia di non arrendersi.
Nel frattempo, l’ombra di un complotto aleggia fuori da quelle mura. C’è chi sospetta che Ayala abbia volontariamente favorito la caduta di Martina per aprire la strada a un nuovo matrimonio. Accuse dure e parole taglienti, soprattutto da parte di Petra, che non ha timore di affrontare Ayala a viso aperto, lasciando intendere che la verità potrebbe essere ancora più oscura di quanto si creda.