“Bloccato l’accesso a TikTok a chiunque non sia in grado di dimostrare l’età minima richiesta“, questa decisione arriva a poche ore dall’annuncio della morte, a Palermo, di Antonella, una bambina di 10 anni, asfissiata mentre stava partecipando ad una challenge sul social network.
L’Italia ha annunciato venerdì 22 gennaio di aver temporaneamente bloccato l’accesso a TikTok agli utenti che non sono in grado di dimostrare di avere l’età minima richiesta dall’applicazione per registrarsi. Si tratta di un provvedimento preso con urgenza, in reazione alla morte di Antonella, la bambina che ha partecipato ad una challenge sul social network.
L’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha reso noto con un comunicato la propria decisione di bloccare TikTok il social network cinese, con effetto immediato e fino al 15 febbraio, data in cui dovrà aver risposto alle ingiunzioni ad esso notificate. Fino ad allora, è vietato utilizzare i dati degli utenti la cui età non è stata stabilita con assoluta sicurezza, ha precisato l’autorità indipendente. In linea di principio, questa misura dovrebbe rendere impossibile la creazione di un account se un utente non fornisce la prova di avere l’età minima richiesta con relativo documento identificativo.
Questa decisione arriva dopo che Antonella la bambina di 10 anni che è stata trovata soffocante nella sua casa di Palermo, in Sicilia, mentre prendeva parte a una sfida filmandosi sul suo cellulare, visto su TikTok. L’iscrizione in rete di questa bambina, molto gettonata tra ragazzini e adolescenti, “non è stata rifiutata dall’azienda cinese” nonostante la giovanissima età, eppure “inferiore ai 13 anni minimi richiesti dalla piattaforma”, ha precisato l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali.
Un’indagine per “istigazione al suicidio”
Antonella, 10 anni, mercoledì si era chiusa nel bagno di casa per partecipare a una “sfida” su TikTok, mentre faceva il check-in con il suo laptop. È stata sua sorella di 5 anni a scoprire il suo corpo privo di sensi. Portata immediatamente al più vicino ospedale pediatrico dai suoi genitori, non è purtroppo sopravvissuta.
La Procura di Palermo ha dichiarato di aver aperto un’indagine per “istigazione al suicidio”. Il cellulare di Antonella è stato sequestrato dagli investigatori, i quali dovranno stabilire se Antonella, era in contatto in quel momento con altri partecipanti, se qualcuno l’ha invitata ad accettare questa sfida, o se stava girando questo video per un amico o un familiare.
La sfida, che consiste nel bloccare o fermare il respiro fino a svenire per provare sensazioni forti, ogni anno provoca incidenti, tragicamente fatali per alcuni.
“Antonella era una bambina molto social. Aveva tre account su Facebook e una decina su Instagram. Rubava sempre il cellulare a sua madre e scaricava TikTok. Allora ci siamo arresi. Ballava e cantava, scaricava tutorial per truccarsi o per acconciare i capelli. Avrebbe voluto fare l’estetista da grande. Pubblicava questi video su TikTok. Era anche una bambina molto ubbidiente. Tanto che non ho mai avuto l’esigenza di controllarla e infatti non le ho mai sequestrato il cellulare per vedere cosa facesse. Perché tra noi non c’erano segreti. È la regola della famiglia: ci si dice tutto e ci si aiuta tutti. Ho il timore che qualcuno l’abbia contattata in privato e convinta a fare quella sfida. Ma penso anche che forse in quei cinque minuti mia figlia non è stata più lei“. Specifica il papà di Antonella.
“Per adesso non mandiamo le bambine a scuola per paura del coronavirus. Antonella era stata al cellulare in chat con le sue amiche, poi aveva fatto i compiti e avevamo cenato. Ma poco prima Antonella mi aveva chiesto di prestarle una cintura. Era in bagno a fare la doccia. Di solito Antonella andava in bagno con la sorella di nove anni ma mercoledì è andata da sola. Erano due corpi e un’anima perché avevano pochi mesi di differenza. Antonella era la mammina per lei e per l’altra sorellina di cinque anni“, ricorda il papà Angelo.
I genitori hanno spiegato che è stata l’altra sorella di Antonella, di 9 anni, a rivelare loro l’accaduto: “Antonella stava giocando al gioco dell’asfissia, non lo sapevamo“, ha precisato il padre della ragazzina. “Non sapevamo che fosse in quel gioco, sapevo che Antonella sarebbe andata su TikTok per le coreografie, per vedere i video. Ma come potevamo immaginare questa atrocità? Voleva essere la regina, la star di TikTok e c’è riuscita. È finita proprio come voleva lei“
“Figlia mia, la mia piccola Antonella che muore per un gioco estremo su TikTok: come posso accettarlo?” Si lamenta Angelo Sicomero, padre di Antonella. “Il dono più bello che potevamo fare. Perché mia figlia era allegra, generosa, e avrebbe fatto cosi. Tre bambini vivranno grazie a lei e rivivrà in loro“. Lui e la moglie hanno deciso così di donare gli organi della figlia, in modo che “altri bambini possano vivere grazie a lei” .
Chiede la regolamentazione dei social network
In reazione a questa tragedia, la piattaforma, lanciata nel 2016, che annovera 100 milioni di utenti in Europa, ha rilasciato una dichiarazione, assicurando che “la sicurezza della comunità di TikTok è la loro massima priorità e che sono a disposizione delle autorità competenti a collaborare alle loro indagini“.
L’Autorità Garante per la protezione dei dati personali aveva già avviato un procedimento contro TikTok nel dicembre 2019. Lo ha criticato in particolare per la sua “mancanza di attenzione alla tutela dei minori, la facilità di aggirare il divieto di registrazione per i più piccoli e la mancanza di trasparenza e chiarezza delle informazioni fornite agli utenti, nonché impostazioni predefinite che non rispettano la privacy” .
La morte della piccola palermitana ha suscitato forti reazioni in Italia, oltre a richieste di regolamentazione dei social network. “Le reti non possono diventare una giungla dove tutto è permesso, compreso ciò che la legge proibisce nel mondo reale“, ha affermato Licia Ronzulli, Presidente della Commissione Parlamentare responsabile per la protezione dei bambini.
“Devo stare calmo, tra due settimane sarò di nuovo papà e di nuovo di una femmina. Ma se potessi spaccherei il mondo” termina afflitto il papà Angelo Sicomero.
“Non bisogna mai fare società con i più forti e i più furbi perché il debole o l’ingenuo ne uscirà sempre con le ossa rotte.” (Gaio Giulio Fedro)