La sostituzione dei turisti con pazienti affetti da Covid-19 può avere dei vantaggi. L’Italia si prepara ad avere 20mila posti letto in albergo per i pazienti, in modo da alleviare la pressione sul sistema sanitario, sostenendo un settore in crisi. Secondo l’Associazione degli albergatori italiani, a Roma è aperto un hotel su sei, 200 in totale, ma solo sette sono operativi per ricevere i pazienti.
Lo Sheraton a Roma (in foto), è uno di loro. Qui ci sono 169 stanze previste per i pazienti. Riceve persone asintomatiche o che necessitano di cure ma che non siano in condizioni gravi. Anche qui i turisti che arrivano in Italia con un test positivo, sono in quarantena.
A venti minuti di macchina dal centro di Roma, troviamo l’Urban Garden Hotel. Una parte delle camere sono occupate da pazienti Covid, la maggior parte asintomatica ed è uno degli hotel più frequentati. Sono stati oltre 500 i pazienti Covid qui da aprile, l’hotel raggiunge spesso per tale motivo la capienza totale.
Le autorità regionali pagano l’hotel 30 euro a notte, questo copre i costi di pulizia e disinfezione, considerando che sarebbe la metà del prezzo di un normale pernottamento. Per una struttura che ha perso il 70% delle sue entrate, vale comunque la pena ricevere questa somma anche se una minima parte.
“Ho dovuto richiedere prestiti per continuare a pagare i fornitori, ma grazie a questo sistema ho potuto continuare a pagare le tasse, le bollette delle utenze”, spiega la manager dell’hotel, Antonella de Gregorio, Vicepresidente di Federalberghi Roma e proprietaria di un 4 Stelle nel centro di Roma attualmente chiuso e dell’Urban Garden, hotel tre stelle in zona Rebibbia la struttura in periferia est della città aperta appunto per “supporto ad attività emergenziali“.
“Al momento quella del Covid Hotel, che abbiamo avviato tra i primi a Roma nell’aprile scorso, per la nostra struttura, è stata un’esperienza più che positiva. Nessun problema per il personale e per gli ospiti, e nessun problema con il vicinato, nessuna criticità. Ad oggi abbiamo 23 stanze occupate su 50 disponibili e quindi in caso di emergenza, che speriamo non ci sia, abbiamo la disponibilità ad accogliere altre persone.
Naturalmente, nell’esperienza del Covid Hotel, è centrale il ruolo dell’Asl di cui seguiamo le indicazioni per mantenere situazioni di sicurezza sia per i nostri dipendenti che per gli ospiti. All’interno della struttura c’è un’infermeria con le bombole d’ossigeno e tutto il necessario, insieme al personale sanitario, per intervenire in caso di emergenza che finora, per fortuna non si è mai verificata, visto che abbiamo avuto solo ospiti asintomatici. E inoltre vicino alla struttura è stato sempre presente un presidio di pubblica sicurezza.
Questa è la prima volta che abbiamo avuto una simile esperienza. Gli hotel requisiti per situazioni di emergenza non sono una novità. L’ultima volta è stata dopo i terremoti. Ma su questa scala, è sicuramente senza precedenti. In passato abbiamo fornito una, due o tre camere, circa due volte l’anno, ad esempio per fughe di gas.” Specifica Antonella de Gregorio, Vicepresidente di Federalberghi Roma.
Ma questa volta, non è chiaro quanto durerà la pandemia. Antonella de Gregorio è preoccupata per il suo avvenire e spera che l’aver accolto pazienti Covid non pregiudicherà e scoraggerà i prossimi clienti in futuro.
“Se non puoi volare, allora corri. Se non puoi correre, cammina. Se non puoi camminare, allora gattona, ma qualsiasi cosa fai, devi continuare ad andare avanti.” (Martin Luther King)