Soli in un villaggio, due pensionati indossano la mascherina sanitaria “per precauzione“.
Isolati dal mondo, nel loro piccolo villaggio di Nortosce, una piccola frazione del’Umbria, nei pressi del comune di Cerreto di Spoleto, in provincia di Perugia, Giovanni e Giampiero, due arzilli pensionati di 82 e 74 anni, non dimenticano di indossare la loro mascherina protettiva durante i loro incontri. Un gesto di “precauzione” ma anche una fiammeggiante dimostrazione d’amore per la vita.
Adagiato sopra una gola rocciosa, il piccolo borgo di Nortosce, situato in provincia di Perugia, è uno di quei pittoreschi villaggi da cartolina. Ci sono querce e castagni a perdita d’occhio, lepri, cinghiali, lupi e… Giovanni Carilli e Giampiero Nobili, due pimpanti pensionati di 82 e 74 anni.
In tempo di coronavirus, i due simpatici uomini, unici abitanti del loro idilliaco villaggio, potrebbero ignorare d’indossare la mascherina protettiva, eppure, rispettano ugualmente le regole.
Una “questione di principio”
I due pensionati sono dell’antica scuola dove il rispetto delle regole e del prossimo sono il fulcro del saper vivere. Non amano la città e preferiscono vivere lontano dal caos, prendersi cura delle loro pecore, delle loro viti, dei loro alveari, dei loro cani da tartufo. Un tenore di vita ammaliante e per tal motivo, amerebbero vivere in tal guisa per altri anni ancora, salute permettendo, dunque preferiscono nei loro incontri amichevoli indossare, sempre, la mascherina sanitaria.
Così, appena si incontrano a casa, davanti a un fumante e profumato espresso da Giovanni Carilli o a casa di Giampiero Nobili o per una passeggiata rilassante in paese, indossano sempre la mascherina sanitaria e rispettano la distanza sociale consigliata.
“Se ci sono delle regole, bisogna rispettarle per il tuo bene e per il bene degli altri. È una questione di principio“, spiega Giampiero Nobili. “Chi si prenderebbe cura di me?“
La mascherina, una questione di rispetto?
Non solo. Perché quando i due pensionati parlano delle loro mascherine protettive, il discorso assume una pregevole lode alla vita.
“Sono vecchio, ma voglio continuare a vivere qui, occupandomi delle mie pecore, delle mie viti, del mio frutteto … Andare a caccia, per tartufi e per funghi. Amo la mia vita“, dichiara con soddisfazione Giovanni Carilli.
A Nortosce non ci sono bar, hotel, ristoranti, cinema, teatri, farmacie, nemmeno negozi di alcun genere, un luogo singolarmente unico e da incondizionata contemplazione, ricco d’aria pura e dallo stile di vita rurale e genuino.
Nortosce è stato in passato un antico insediamento del territorio di Ponte, oggi frazione di Cerreto di Spoleto e il Castello Montano di Poggio, costruito nel XIII secolo su un crinale che domina prorompente la Valle del Corno, fu a lungo oggetto di contesa tra Cerreto, Spoleto, Norcia e Cascia. Intorno al castello fu costruita la Chiesa Parrocchiale.
Nortosce nel corso degli anni, lentamente subì un completo disinteresse dei suoi abitanti, sino ad un totale abbandono, per indirizzarsi verso le città limitrofe, come succedeva di prassi in molti altri paesini di montagna umbri .
Pertanto anche il terremoto, in più battute negli anni, ha aiutato il tragico spaesamento ed in oltre tutto ciò non ha contribuito a mantenere la forma architettonica originaria del paese, ma le scosse telluriche hanno reso la maggior parte delle caratteristiche case in pietra, spesso abitate solo in estate, in diroccate costruzioni, l’una dietro l’altra come un languido presepe. Da visitare la particolare Chiesa Parrocchiale di San Pietro, ristrutturata nel 1500 e la singolare Fonte di Peneje, d’epoca romana, con la sua acqua fresca, pura e cristallina che sopraggiunge direttamente dalla montagna.
Nel loro borgo ameno, i due premurosi pensionati, non dimenticano la devastazione malevola causata dal coronavirus in Italia, che ora piange la morte di circa 38.826 persone.
Così isolati, i due pensionati si proteggono ugualmente dall’attuale animosa pandemia.
“Se mi ammalo sono solo, chi si prenderà cura di me?“, Afferma Giovanni Carilli, che vuole semplicemente continuare a prendersi cura del suo frutteto, del suo cane da tartufi e delle sue cinque pecore.
Insomma… Vivere, semplicemente vivere…
Una storia incredibile, un vero esempio di ligio rispetto delle regole, d’insegnamento a molti che fanno della superficialità e dell’irresponsabilità il loro pane quotidiano e che giunge da due persone meravigliose, di un piccolo suggestivo borgo sperduto nelle lussureggianti montagne umbre. Un territorio magnifico l’Umbria, unico, da scoprire in toto…
“A volte allontanarsi è l’unico modo di essere lì per qualcuno.” (Wesley Eisold)