L’incremento nazionale dei casi in data 10 ottobre è +1,66% (ieri +1,58%) con 349.494 contagiati totali, 238.525 dimissioni/guarigioni (+976) e 36.140 deceduti (+29); 74.829 infezioni in corso (+4.719). Elaborati 133.084 tamponi (ieri 129.471); 5.724 positivi; rapporto positivi/tamponi 4,30% (ieri 4,14%). Ricoverati con sintomi 4.336 (+250); terapie intensive +3 (390).
Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 1.140; Campania 664; Veneto 561; Toscana 548; Piemonte 499; Lazio 384; Emilia Romagna 383; Sicilia 285; Liguria 213; Puglia 184; Umbria 132; Friuli 126; Sardegna 124. In Lombardia curva +1,02% (ieri +0,89%) con 22.910 tamponi (ieri 25.623) e 1.140 positivi; rapporto positivi/tamponi 4,97% (ieri 3,83%); 111.992 contagiati totali; ricoverati +37 (408); terapie intensive stabili (44); 2 decessi (16.982).
Nell’ultimo Rapporto esteso dell’Iss pubblicato il 9 ottobre (i dati riflettono la situazione fino al 4 ottobre) si rileva un incremento dell’incidenza dei nuovi casi a livello nazionale: 44,37 per 100.000 abitanti tra il 21 settembre e il 4 ottobre, contro i 34,20% del periodo 14-27 settembre e i 31,4 di quello 7-20 settembre. Il maggior numero di soggetti positivi comporta di conseguenza un parallelo incremento dei soggetti sintomatici (8.198 contro 6.650 e 5.662 considerando gli stessi intervalli temporali).
In chiave positiva si deve comunque sottolineare che il numero dei soggetti testati perché sintomatici resta al momento stabile: 29,2% alla rilevazione chiusa il 4 ottobre (era 30,6% il 27 settembre e 29,9% il 20 settembre). Considerando invece la manifestazione clinica dell’epidemia si conferma intorno al 60% (con modeste oscillazioni da 7 settimane) il numero dei soggetti asintomatici: il restante 40% comprende soggetti paucisintomatici, con sintomi lievi oppure con manifestazione severa o critica della malattia.
La differenza di valori tra “soggetti testati perché sintomatici” e “soggetti sintomatici” (rispettivamente 29,9% e 40%) non è frutto di un errore statistico: la seconda voce, che è quella cui fare riferimento per definire correttamente la manifestazione della Covid-19, comprende infatti anche i soggetti senza sintomi trovati positivi in seguito ad attività di screening o contact tracing, ma che hanno sviluppato una forma sintomatica nella fase successiva a quella della diagnosi di positività.
Il peso dei pazienti con forme severe al momento del ricovero sta crescendo in modo lieve da metà agosto, come conseguenza del maggiore coinvolgimento delle classi di età più avanzate: gli ultrasettantenni sono infatti passati dall’8,2% dei casi totali (rilevazione del 16 agosto) al 10,9% del 4 ottobre. Si conferma a quota 42 anni l’età mediana dei contagiati negli ultimi 30 giorni (rilevazione chiusa il 9 ottobre) contro i 55 anni della mediana da inizio epidemia.